Q&A Lega Caos – I giocatori rispondono

Come sempre, LEGA CAOS cerca di creare contenuti utili alla community e che possano promuovere il bel gioco. Di conseguenza, viste le recenti polemiche in merito alla situazione del gioco, ai pregiudizi sui tornei e i loro partecipanti ci teniamo a fornirvi i pareri dei ragazzi che sono stati selezionati per il CLASH di settembre, prima tappa del circuito Aos Worlds. Come sono questi giocatori? Che approccio hanno al gioco, e quanto differisce questo da chi invece non ha velleità competitive? Come superano loro le difficoltà che tutti incontrano nelle proprie partite quotidiane? Come si approcciano ai tornei? Cerchiamo di analizzare assieme le 10 domande principali che la community ci ha rivolto in merito ai dubbi ed alle problematiche del gioco.

Q1) Cosa ne pensi del cambiamento così dinamico del Meta? Come può un ragazzo non disposto a cambiare armata ogni 6 mesi, a continuare ad ottenere risultati in un meta così fluttuante?

  • Che il meta sia in rapidissimo divenire è un dato di fatto. Oltretutto, spesso Gw tende a dare una direzione sempre nuova al gioco con il rinnovarsi dei Battletome che porta ad un generale abbandono di quelli più datati. Tuttavia, questo modo di vedere le cose è solo ed unicamente una comodità per ottenere risultati in maniera più rapida: listare un nuovo esercito sarà meno impegnativo di trovare la quadra con uno più datato. Questo implica che generalmente ai tornei, anche per sfruttare l’effetto “sorpresa” di un nuovo esercito, i vecchi Battletome vengano abbandonati. Ciò però non deve essere motivo di sconforto: un buon giocatore con una buona lista da lui pensata sarà sempre capace di ottenere risultati a qualsiasi tipo di evento: dopotutto il nostro Final è stato vinto da Beastclaw ad un anno dalla loro uscita no?
    Luca Onorati.
  • In aggiunta a quanto detto da Luca questi cambiamenti così rapidi portano allo stesso tempo a dare nuova validità a unità o armate che fino a qualche mese prima erano considerate meno competitive. E visto che il collezionismo ripaga sempre, continuare a lavorare sul proprio esercito preferito non solo vi avvantaggerà a livello hobbistico, ma vi farà trovare pronti appena il meta cambierà a vostro favore.
    Francesco Xella 
  • Sicuramente stare dietro ad un gioco in così rapido cambiamento non è semplice, soprattutto quando rifare un’armata da 0 costa centinaia di euro. Sono convinto però che in questo gioco il player faccia ancora la differenza: in una partita tra un esperto giocatore di un esercito medio e uno inesperto con un esercito forte il risultato non sarà mai scontato. I tomi più forti è molto importante conoscerli per imparare come giocarci contro al meglio. Non nascondo che più di una volta mi sono trovato ad affrontare match impossibili, ma ritengo che siano anche quelli che mi abbiano fornito la maggior quantità di esperienza. Bisogna sempre cercare di trarre il meglio da ogni situazione, talvolta potrebbe non essere sufficiente, ma sicuramente avremo dato il 100% per cercare di uscire da situazioni difficili. Questo tipo di allenamento renderà sicuramente più semplice svoltare i match, dai più abbordabili a quelli più complessi.
    Federico Azzali
  • In aggiunta a quanto detto fino ad ora io considero un bene prendere in considerazione unità non più ritenute “valide”. In certi casi capita infatti che, al variare del famoso meta, alcune di queste tornino in auge, non solo nel caso in cui siano state aggiornate nei costi in punti. Infine ritengo estremamente interessante e premiante provare a puntare sull’effetto sorpresa che può generare ad un evento una lista tratta da un battletome “vecchio”. Un esempio? Bonesplitters (prima dell’uscita del tomo “orruk warclans”) in un meta dominato da Slaanesh o, in precedenza, da FEC.
    Matia Astarita
  • Ulteriore considerazione da non sottovalutare è la suddivisione delle liste/armate in un determinato momento in meta, antimeta e fuori meta a seconda che queste seguano il trend del momento, siano costruite contro quel trend oppure abbiano un pensiero di costruzione slegato da un contesto meta/antimeta. Ebbene un tomo un pò datato potrebbe ancora essere adatto a comporre ottime liste antimeta (in questo preciso momento gli Idoneth, anche se con un piccolo restyling, hanno un tomo molto vecchio ma in totale antimeta) oppure capace di proporre liste inaspettate fuori dalle dinamiche del meta attuale e colpire duro in quanto non vi è abitudine nell’ affrontarle. Quindi, concludo, conoscere le armate avversarie e la propria è un elemento fondamentale per far girare bene la propria armata preferita, indipendentemente da ciò che alcuni ritengono “debba essere giocato”.
    Luca “Februus” Grimaldi

Q2) È vero che le unità hanno warscroll eccessive? E che esiste un trend del power creep crescente nei nuovi Battletome?

  • In generale il gioco nella sua evoluzione tende ad un drastico cambiamento delle abilità lungo il suo arco di vita. Questo però non necessariamente è collegato ad un incremento del power creep. Flesh Eaters, Skaven, Cities of Sigmar, sono tutte armate che statisticamente hanno ottenuto abilità che ancora oggi risultano eccessive! (un Terrorgheist in corpo a corpo? 6 stormfiends che sparano?). Semplicemente con nuove missioni, e un nuovo stile di gioco (ora il tiro, agli inizi era la magia, nel mezzo il corpo a corpo brutale) creano una tendenza a cui bisogna adattarsi!
    Luca Onorati.
  • Trovo che la tendenza a fare warscroll eccessive vada diminuendo con l’uscita dei tomi, da Sons of Behemat fino a Slaanesh. Indice del fatto che la Gw sta, seppur lentamente, portando il gioco ad una sorta di bilanciamento interno, non solo di warscroll ma anche di tomi.
    Lorenzo Canali.
  • Sicuramente il livello delle warscroll si è alzato notevolmente dal primo aos che conoscevamo. Molto spesso però le unità risultano estremamente broken su carta, basta poi provare a muoverle su campo da gioco o iniziare a fare una statistica dei danni che iniziano a saltare fuori le prime lacune. Inoltre ritengo che negli ultimi tomi l’asticella si sia positivamente abbassata. Al momento direi che le warscroll estremamente rotte si possano contare sulle dita di una mano…
    Federico Azzali
  • Occorre sempre cercare di slegare una warscroll, apparente sbroccata, dal suo uso in game. In primis il suo punteggio potrebbe essere adeguato al suo potere e quindi il suo utilizzo richiederebbe un “sacrificio” in unità portando il giocatore a far importanti rinunce in termini di quantità e qualità di altre unità. Inoltre un’ armata difficilmente gioca e vince su una manciata di modelli molto forti ma una lista che vince è una lista che ha una sinergia tale da rendere necessario non il pezzo che da warscroll sembra avere una marcia in più ma da quello che funziona bene assieme ad altro. Non dimentichiamo che in Age of Sigmar si vince conquistando gli obiettivi delle missioni, non eliminando i modelli avversari.
    Luca “Februus” Grimaldi 
  • Il trend che porta a “migliorare” le warscroll con le uscite più recenti c’è sempre stato in qualsiasi gioco (GW e non) e sempre ci sarà. Tuttavia, secondo me, non bisogna considerarla una tendenza generale: prendendo in considerazione le ultime uscite (alcune altamente sottotono rispetto a tomi molto più vecchi) si potrebbe pensare che il “Power Creep” non sia un fenomeno assoluto.
    Alessandro Naldi
  • Ogni tanto capita che ci sia qualche warscroll un po’ troppo “fantasiosa” non penso però che sia un problema così presente e accentuato in questo momento, penso che gw si sia accorta di aver fatto qualche errore e con gli ultimi tomi sta cercando di rientrare in carreggiata.
    Andrea Epis.

Q3) Giganti a danno 2, arcieri lumineth a rend -2 in corpo a corpo, questi valori non sono rappresentativi: un gigante non può avere solo danno 2!

  • Il danno o il rend sono puramente parametri utili al fine del gioco e non sempre rappresentativi del Background del modello. Dopotutto 5 windriders dei lumineth in corpo a corpo fanno 3 ferite scarse su un tiro armatura 4+, è forse un risultato eccessivo?
    Luca Onorati.
  • Sottoscrivo quanto detto da Luca, in particolare per questioni legate alla gestione dei vari pezzi nel gioco si perde, in parte, la connessione tra le varie caratteristiche di una unità in termini di  danni, ferite, armatura, etc, con le caratteristiche fisiche dei modelli stessi. Non dimentichiamo che il contesto è fantasy e si parla di un gioco che non vuole essere una riproduzione fedele di una battaglia, motivo per cui non ha molto senso porsi troppe domande sul perché una freccia abbia rend -2 mentre una mazza gigante solo -1. Le regole di fatto sono artifici per rendere i pezzi giocabili: probabilmente un gigante dovrebbe avere una caratteristica di 1 attacco con rend -8 e danno 30 che, se va a colpire una unità numerosa, ne toglierebbe gran parte dei modelli, ma magari contro un eroe singolo concettualmente in grado di muoversi agilmente potrebbe potenzialmente essere del tutto inutile. Ecco quindi che per rendere quel pezzo giocabile si scende ai sopra citati compromessi.
    Matia Astarita
  • Un gioco di miniature richiede che designer cerchi, sicuramente, di legare il più possibile una caratteristica di attacco o un’abilità alla miniatura rappresentata ma non dimentichiamo che il in primis stiamo parlando di un gioco e come tale deve essere giocabile. Gli adattamenti regolistici sono quindi fondamentali per permettere una piacevole giocabilità a sfidante e sfidato.
    Luca “Februus” Grimaldi

Q4) Devo per forza portare liste ed armate top tier agli eventi per divertirmi? Dopotutto non mi piace essere sempre battuto senza avere possibilità di risposta!

  • Assolutamente no. I tornei sono anzitutto un luogo di aggregazione culturale, in cui fare amicizie e confrontarsi con altri giocatori: tenere a mente questo è fondamentale. Ottenere rislutati con eserciti non top tier è assolutamente possibile e gli stessi player di maggior esperienza, spesso per giocare qualcosa di più variegato e godibile portano unità o eserciti a torneo non top. Guardando i risultati dei tornei italiani o esteri, che sia così è fortunatamente lampante!
    Luca Onorati.
  • Andando ad un torneo ponetevi degli obiettivi che siano realistici: vincere un certo numero di partite, sconfiggere un certo tipo di armata che vi mette in difficoltà. Allo stesso tempo scegliere di partecipare con una lista non del tutto ottimizzata è una scelta lecita, c’è chi partecipa anche solo per stare con gli amici, mettere in mostra i suoi lavori hobbistici o altro. Si tratta solo per voi di capire cosa volete ottenere da ogni evento.
    Francesco Xella
  • Assolutamente no. Uno degli obiettivi di lega caos è anche questo: cercare di far crescere la community a 360°, dando importanza tanto alla parte ludica quanto a quella hobbistica. Spesso i tornei sono ottime occasioni per giocatori “collezionisti” per sfoggiare le loro armate sui campi di battaglia. Chiaramente a nessuno piace perdere senza fare nulla e in questo magari le armate top tier danno una mano, tuttavia prendersi le delle soddisfazioni con la propria armata del cuore credo sia 100 volte più gratificante.
    Federico Azzali
  • Non c’è soddisfazione migliore che portare una esercito low tier e fare risultato a torneo..
    Alessandro Naldi
  • Non è obbligatorio portare una lista e un armata top tier, anzi la cosa più importante è portare una lista unica e ben studiata l’anno scorso ho portato solo armate “vecchie” e con liste molto diverse dalle mainstream e comunque ci ho vinto tutti i tornei perché avevo in mente una strategia molto personale e ben studiata.Il mio consiglio è sempre quello di non inseguire l’ultimo tomo ma di lavorare sempre sul migliorare e reinventare la propria armata preferita.
    Andrea Epis

Q5) La comunità torneistica è spietata e spiacevole? Vorrei fare un torneo ma credo che quello che giochiamo io ed il mio gruppo sia poco attinente all’ambito torneistico e questo ci frena dal partecipare!

  • Assolutamente no. I tornei sono anzitutto un luogo di aggregazione culturale, in cui fare amicizie e confrontarsi con altri giocatori: tenere a mente questo è fondamentale. Partecipate per divertirvi, perché la maggior parte dei player farà la stessa cosa. E chi ha comunque l’ambizione di vincere il torneo, sarà ben disposto a darvi due dritte dopo la partita, oppure durante! L’ho fatto molte volte e lo continuerò a fare: se il mio avversario non si diverte nel nostro match, soprattutto se è un ragazzo/a che non conosco, per me è una sconfitta a priori!
    Luca Onorati.
  • Non abbiate paura a dire che sono le vostre prime esperienze di tornei: la persona che avrete davanti sarà sicuramente disposta ad aiutarvi, e capirà che tipo di situazione è piuttosto che rimanere all’oscuro se voi non dite niente. Questo non significa che giocherà più soft, ma magari sarà più attento a dei dettagli che tra giocatori più esperti si danno più per scontati. Non abbiate paura di presentarvi se non siete con un gruppo: siamo tutti tra amici e voi sarete sicuramente ben accolti.
    Francesco Xella
  • In anni di tornei, di gente veramente sgradevole da incontrare al tavolo ne ho vista poca. Se devo essere sincero le più grandi amicizie che ho nel mondo di warhammer le ho strette con giocatori con cui ho avuto il piacere di incrociare i dadi in eventi simili. I tornei diventano poi occasione per ritrovarsi e vedere amici da tutta Italia. Il gioco viene quasi messo in secondo piano in confronto al piacere di ritrovarsi dopo magari mesi (e finito questo periodo il piacere sarà ancora più grande). I tornei sono anche occasione per uscire un po’ dalla bolla della propria community locale e scoprire cosa si gioca nelle altre città, quali sono gli eserciti più utilizzati e quali meno, imparare a conoscere stili di gioco differenti e mettersi di fronte a giocatori come noi che si approcciano in modi continuamente differenti e vari.
    Federico Azzali
  • Dal mio punto di vista un evento torneistico può rappresentare il punto più alto dell’esperienza che Age of Sigmar può offrire. Sia che uno partecipi per vincere o per mostrare l’armata che ha costruito in mesi di lavoro, il clima di amicizia e la sensazione di stare partecipando ad un evento comunitario sono i veri motori che spingono tutti noi a seguire questo hobby. La community torneistica è tutto fuorché spiacevole.
    Alessandro Naldi
  • La comunità competitiva è molto varia e come ogni ambiente c’è qualche mela marcia ma nel complesso io l’ho sempre trovata molto positiva sia in termini di gioco ma soprattutto personali, molti dei miei migliori amici li ho conosciuti proprio nei tornei più “tirati”. E molti di loro non giocavano e non giocano tuttora per vincere ma per mostrare i loro lavori hobbistici, nonostante questo partecipano a tutti i tornei.
    Andrea Epis

Q6) Ma i tornei esteri hanno una valenza come metro di paragone? Vedo liste strane vincere in Australia o altri paesi stranieri, tuttavia nel mio meta locale, non sono riuscito a far funzionare quelle determinate liste!

  • Ai tornei tutti i giocatori partecipano per divertirsi ed avere un’esperienza positiva. Questo porta tanti a portare liste non top, semplicemente perché l’obiettivo non è vincere a tutti i costi. Nei tornei stranieri questo avviene ancora più che in Italia, dove i luoghi comuni sono ben radicati e difficili da estirpare. Questo permette a liste meno tirate di vincere perché si scontrano in match più semplici o con giocatori meno esperti.
    Luca Onorati.
  • Consiglio sempre vivamente di interessarsi ai risultati dei tornei esteri o di seguire canali e social stranieri in ambito warhammeristico. Spesso si scoprono mondi e liste che mai si sarebbero ipotizzate qua in Italia (nel bene e nel male); e perchè no si impara anche un po’ di inglese che male non fa.
    Federico Azzali
  • Quanto più il meta del torneo è vario tanto più incerto è il vincitore dello stesso. A mio avviso questo è molto più frequente all’estero dove, a quanto pare, la necessità di performare o la paura di fallire sono meno presenti che da noi, e i risultati ne sono la prova. Inutile dire che queste situazioni giovano al gioco e a tutti i suoi aspetti.
    Matia Astarita
  • Tutti i dati vanno considerati, nel bene e nel male ci danno dei valori da prendere come riferimento. Sta poi all’intelligenza e buon senso delle persone interpretarli in base al contesto. Sono convinto che anche all’estero dicano le stesse cose quando vedono i risultati dei nostri tornei.
    Alessandro Naldi

Q7) Seraphon, Tzeentch, Kharadron, Lumineth: sono gli ultimi eserciti usciti e dominano la scena mondiale; come posso affrontarli? Mi sembrano troppo forti o hanno combo troppo spiazzanti per me!

  • Saper interpretare un nuovo libro, saperlo arginare e comprenderne le sue meccaniche a fondo è una delle cose più complesse da fare torneisticamente parlando. In generale, anche per chi gioca a casa/in negozio senza particolari velleità, per battere questi eserciti deve prima conoscerli bene! Spesso la sconfitta avviene solo perché le nuove meccaniche non si conoscono e non si sa come affrontarle. Ovviamente poi ci sono eserciti più o meno forti, e questo è un dato di fatto inconfutabile; ma per avere un’esperienza positiva giocandoci contro, il primo passo è comprendere cosa facciano e come lo facciano!
    Luca Onorati.
  • Il primo passo direi che lo si compie a casa propria. Bisogna conoscere a fondo questi eserciti, talvolta anche meglio degli avversari per imparare innanzitutto punti di forza e debolezza. Da lì cercare di capire quali sono le combinazioni che più mi potrebbero avvantaggiare in simili match up. Ma attenzione! Warhammer è spesso un sasso-carta-forbice, mentre ti sbilanci per affrontare ad esempio un esercito da tiro, potresti ritrovarti più vulnerabile ad eserciti corpo a corpo magari sulla carta meno performanti. Cercate sempre di creare liste il più bilanciate e versatili possibile.
    Federico Azzali
  • Questo gioco ha sempre visto, a turno, diverse armate dominare le scene competitive e con il tempo si sono sempre trovate soluzioni ad hoc per contrastarli. Di sicuro avere una conoscenza approfondita di cosa possano fare questi eserciti è fondamentale, molto spesso ci si lamenta perché si viene trovati impreparati.
    Alessandro Naldi

Q8) Doppio turno, non riesco proprio a digerirlo! Mi sembra squlibrato, randomico, e mi costringe a guardare l’avversario fare due turni di fila mentre io sono in attesa!

  • Il turno random è da sempre la meccanica più controversa di AoS. Farne una trattazione completa in poche righe è difficile. Generalmente i giocatori più esperti la prediligono rispetto al turno alternato. Questo perché in un gioco di controllo obiettivi, rende meno statica la partita, e non diventa uno scontro tra schermini (unità sacrificabili che proteggono i pezzi chiave). Padroneggiarlo è comunque molto difficile (richiede attenzione già in fase di listaggio, per esempio, scegliendo drop bassi o eserciti molto dinamici) e nonostante questo capita che determinate situazioni siano risolte da un tiro di iniziativa. In assoluto, bilancia il gioco: dona la possibilità ad armate in difficoltà di ribaltare la partita; nel singolo caso può essere sbilanciante in quanto la vittoria è determinata da un tiro di dado. Io penso che sia una meccanica estremamente valida e divertente, ma che necessiti ancora di accorgimenti per essere bilanciata appieno.
    Luca Onorati.
  • Anche questo è un aspetto che è cambiato molto dall’alba di AoS. Probabilmente la meccanica era stata studiata per un gioco in cui il power level delle unità non era così alto, si creavano guerre di attrito in cui il doppio turno non era così determinante. Non credo però che levarlo completamente sia la soluzione migliore, ad esempio: io da giocatore Kharadron sarei più che contento di poter giocare aggressivamente il primo turno senza il timore della possibilità di subire il doppio turno in risposta. Al momento ritengo che giocare per cercare di arginarlo e limitarne gli effetti devastanti sia la sfida più grande con cui un giocatore si possa cimentare.
    Federico Azzali
  • Quando mi approcciai al gioco trovai anche io la regola del doppio turno inconciliabile con il mio stile di gioco e gusto personale dopo che per anni ed anni avevo vissuto tante avventure con regolamenti nei quali esisteva il turno alternato. Inizialmente si tende a vedere come potenziale causa di una sconfitta soltanto l’aver subito un doppio turno ma cercare di prevederlo, azzardando ad esso oppure consapevoli che si possa subire, garantisce uno spessore al sapore del gioco da non sottovalutare. Certamente sarebbe interessante che vengano inserite ulteriori regole di gioco che permettano, a chi subisce il doppio turno, di limitare i danni soprattutto contro quelle armate che attualmente hanno una marcia in più rispetto ad altre. Esempio potrebbe essere quello che di intervenire sugli obiettivi di missione come oggi avviene nella missione “Forzare la mano” o implementare ulteriori elementi come le Spell Endless Predatrici.
    Luca “Februus” Grimaldi
  • Ritengo sia utile porsi una domanda, magari in seguito alla vittoria/perdita di un tiro iniziativa: “se AoS fosse a turni alternati, chi avrebbe giocato il prossimo turno? E soprattutto, come sarebbe stato il precedente?”. Spesso mi sono reso conto che alcune partite, nonostante i tiri iniziativa, sono state caratterizzate dai turni alterni, ma che allo stesso tempo il gioco ne ha comunque beneficiato perchè l’incertezza sull’ordine ha obbligato a scelte strategiche e generato dinamiche altrimenti impossibili.
    Matia Astarita

Q9) Come vedete le home rules per risolvere palesi squilibri del gioco? Hanno senso? Oppure peggiorano la situazione?

  • Non sono favorevole: oltre a frazionare la comunità, crei nuovi sbilanciamenti.
    Luca Onorati.
  • Uno degli obiettivi della Lega CAOS è proprio quello di creare un ambiente regolistico che sia il più possibile comune a tutti, per evitare confusione e creare situazioni di gioco piacevoli e più facilmente condivisibili. Proprio per questo mi sento anche io di non incoraggiare house rules. Nonostante tutto siete liberi ovviamente di fare come volete! Francesco Xella
  • Sono sempre stato abbastanza contrario alle home rules, portano a giocare un qualcosa che non è Age of Sigmar. Tuttavia stiamo appunto parlando di giochi, se quello che c’è scritto sul regolamento non vi diverte, nulla vieta di inserire qualche modifica per rendere il tutto più godibile.
    Federico Azzali
  • Tendenzialmente sono contrario al loro utilizzo perché hanno il rischio di creare un principio divisivo e non rispetta quindi i principi di crescita comunitaria a cui ogni appassionato di un gioco auspica. Nonostante questo riconosco la necessità, per alcuni circuiti, di dettare delle direttive, più a che vere e proprie regole, volte più al chiarimento e con l’intento di evitare inutili acredini.
    Luca “Februus” Grimaldi
  • Contrario anche io per le motivazioni espresse qui sopra. Questo non significa che non ci si possa accordare su alcuni aspetti dove le regole di AoS, ad oggi, sono parzialmente mancanti o carenti. In questi casi le home rules servono principalmente a fare chiarezza ed evitare questioni tra i giocatori durante le partite. Un esempio è la gestione dei modelli sugli scenici.
    Matia Astarita.
  • Sono molto contrario alle home rules perché creano solamente sbilanciamenti diversi da quelli già presenti nel gioco, poi la vera sfida sta proprio nel superare le difficoltà imposte dalle regole avverse.
    Andrea Epis

Q10) Ci sono tornei o eventi che rifareste, non per il risultato ottenuto ma per l’esperienza positiva che questi vi hanno regalato? Oppure un torneo dove si è andati male, porta più delusioni che soddisfazioni?

  • Probabilmente rifarei tutti gli eventi a cui ho partecipato. Ci sono però state esperienze che ricorderò per tutta la vita, avvenute proprio grazie ai tornei ed alla compagnia di amici creatasi. Dei podi o delle vittorie spesso mi dimentico (tranne alcuni risultati particolari) di quelle giornate assolutamente no!
    Luca Onorati.
  • Rifarei ogni evento a cui sono stato, ma non tanto per i risultati positivi o negativi, quanto per il divertimento e i bei momenti passati con nuovi e vecchi amici. Fino a 2 anni fa conoscevo solo giocatori romani, ora ho amici davvero in tutta Italia che giocano ad AoS. Proprio per questo vi consiglio di fare voi stessi un tentativo e vedere in prima persona di cosa stiamo parlando.
    Francesco Xella
  • Gioco a Warhammer da quasi 15 anni e per 12 mi sono sempre astenuto dal fare tornei o eventi fuori dalla mia città. In soli due anni di eventi AoS mi sono letteralmente innamorato: i tornei non sono solo podi, vittorie e sconfitte ma sono conoscenze e nuove amicizie. Fare eventi e conoscere gente è il primo passo per entrare a far parte di gruppo molto più grande.
    Lorenzo Canali
  • Di tornei ne ho fatti a bizzeffe, talvolta anche all’estero e devo dire che li rifarei tutti dal primo all’ultimo. I primi anni credo di non aver nemmeno mai vinto una partita eppure partecipavo a tutti quelli possibili, sono sempre esperienze che lasciano il segno. Tra i più significativi per quanto riguarda Aos non posso non citare il Gods of War di Pescara del 2020, evento eccezionale in tutti i suoi aspetti e il Weekend warlords a Milano 2020 con cui abbiamo mosso quasi l’intera community di giocatori della nostra zona. 
    Federico Azzali
  • Ho avuto modo di partecipare a decine e decine di tornei. Indubbiamente quelli più grandi ed internazionali sono quelli che più ho amato e mi son rimasti nel cuore, sia per l’esperienza acquisita che per le amicizie createsi e consolidate. Consiglio vivamente di partecipare ad ogni torneo anche perché sono il campo sul quale si fanno le esperienze di crescita maggiore anche dal punto di vista di conoscenza di gioco. Se un torneo vi sembra mettere in soggezione in qualche modo, ricordate sempre che ci sono arbitri pronti a chiarire ogni dubbio e che quindi non siete soli. Arbitri e giocatori, anche se non sempre perfetti ed infallibili, son lì a far del loro meglio e a divertirsi come voi. Ricordate sempre di stringere la mano alla fine di ogni partita!
    Luca “Februus” Grimaldi
  • Inutile ribadire le sensazioni positive dei tornei che ho giocato, sono già state spese le giuste parole. Aggiungo solo che, per quello che mi riguarda, un torneo in cui ho performato poco è solo uno spunto di miglioramento per rivedere la lista e meditare sugli errori commessi. Matia Astarita.

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